La sfida di Erica Magliano, tra le giovani orafe più promettenti

23/052023

Erica Magliano ha aperto il suo laboratorio orafo in pieno lockdown senza temere nulla, neanche il Covid. Oggi è tra le giovani orafe più promettenti

Storie di ordinaria resistenza. Potremmo definire così le tappe che hanno segnato il percorso di Erica Magliano, artigiana e orafa di Cava de’ Tirreni, fino ad arrivare all’apertura del suo negozio in via Arturo Adinolfi 2. Una donna e mamma coraggiosa che nel giugno 2020, in pieno lockdown, ha deciso di avviare comunque la sua attività. E di aprire al pubblico, nonostante le oggettive problematiche e le poche probabilità di farcela.

Oggi “Manifattura e resistenza” è il negozio-simbolo dell’artigianato che non si arrende. E noi ve lo raccontiamo attraverso le sue parole.

Chi è Erica Magliano e di cosa si occupa?

Sono artigiana di professione e realizzo gioielli su commissione. Ho anche una mia linea di gioielli: l’ho chiamata “Artificio Naturale”, come a sottolineare quanto la Natura possa rivelare inopinati “effetti speciali”. I pezzi di questa collezione, in oro e argento ossidato, sono ispirati proprio a quella straordinaria abilità della natura di resistere senza “rompersi”. Le lastre di metallo vengono sottoposte a forti sollecitazioni meccaniche e termiche, in maniera alternata, ripetutamente, finché raggiungono complesse forme organiche, caratterizzate da una certa durezza.

Quando e com’è nata l’ispirazione per questa linea di gioielli?

L’idea di creare collane e orecchini rigorosamente realizzati a mano è stata concepita nel periodo in cui studiavo al TADS – Tarì Design School. Si tratta di elementi che ricordano foglie e altri soggetti naturali. Tuttavia, prima di studiare a Marcianise come orafa, ho conseguito la laurea in architettura dedicandomi alla modellazione bidimensionale e tridimensionale. Questo mi è tornato molto utile successivamente, quando ho iniziato a utilizzare macchinari laser per taglio, modellazione e saldatura. Poi, sperimentando nel corso del tempo, hanno preso forma le mie creazioni.

Da dove ha origine, invece, la tua passione per l’artigianato e l’oreficeria?

Anni fa, quando studiavo a Napoli, già riciclavo materiali di scarto come lo spago, il ferro zincato, l’alluminio delle lattine e i tappi di bottiglia per creare gioielli. È una passione nata per caso, coltivata anche grazie all’aiuto di amici. Ne ricordo uno in particolare, in Borgo Orefici, che mi mostrò come usare il seghetto. Poi ho continuato a sperimentare in autonomia e, dopo la laurea in architettura, mi sono trovata davanti a due scelte: andare avanti con la professione o seguire il cuore. E ha vinto la seconda opzione.

Quando hai iniziato a progettare l’apertura del tuo negozio?

Ero già incinta del primo dei miei due bimbi mentre seguivo il corso di Design del Gioiello al Tarì in provincia di Caserta, uno dei poli orafi più forniti del Sud Italia, tra il 2017 e il 2018. Dopo aver continuato a perfezionarmi, ho deciso di aprire insieme al mio socio e compagno di vita, Sabato Senatore, un negozio dedicato alle mie creazioni. Era il febbraio 2020. Poi ci siamo bloccati, ma alla fine abbiamo aperto nel giugno dello stesso anno, dopo 4 mesi di “resistenza” forzata in casa, e questo ha contribuito a suggerirmi il nome del laboratorio orafo. Sabatino – io lo chiamo così – ha studiato ingegneria e collabora con me nell’utilizzo di tecnologie laser e nell’approvvigionamento dei materiali.

E poi “Manifattura e resistenza” è decollata…

Siamo ancora una giovane azienda, anche se certamente siamo cresciuti di più durante – e nonostante – il post-lockdown. Oltre ad occuparmi dei piccoli di casa, Oscar ed Ermanno, realizzo gioielli su commissione per matrimoni, comunioni ed altri eventi particolari. E devo dire che la sensibilità nei confronti dell’artigianato orafo sta crescendo, cosa non scontata. Rispetto a un anello uguale a tutti gli altri, si preferisce farsi realizzare un pezzo unico di oreficeria che ha tutt’altro valore. I clienti che ci scelgono sono sempre contenti del risultato della nostra lavorazione.

Hai un profilo Instagram molto curato e un sito web dove è possibile ordinare le tue creazioni. Ci sono altri progetti in cantiere?

Vorrei avere il tempo di realizzare di giorno quello che “sogno” la notte, ma il lavoro attualmente assorbe molte ore. In ogni caso, ho seguito il mio cuore e sono felice: quello che progetto si “trasforma” in gioielli, perché realizzo dei piccoli sogni, li rendo indossabili.

Cosa consiglieresti a chi vuole aprire, come te, un’attività in questo settore?

La mia è stata una scelta coraggiosa, perché i “contro” da considerare erano tanti. Si tratta di un settore di cui, all’inizio, tutti diranno che è saturo. Anche se poi, a ben pensarci, tutti gli altri settori sono ugualmente saturi, architettura inclusa. La differenza la fai tu, quando ti metti in gioco: se cominci a lavorarci personalmente puoi distinguerti dagli altri, perché ti rendi conto di aver seguito la tua passione. Quindi, direi a tutti gli aspiranti artigiani di non farsi scoraggiare e di assecondare comunque i propri sogni, perché chi vuole fare questo di mestiere ha una marcia in più.

Fonte alpifashionmagazine.com

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